Il cinema in piazza

Dire oggi – stasera ci vediamo un bel film – è facile! Si può andare al cinema, in una di quelle sale climatizzate e dotate di confortevoli poltroncine, oppure comodamente in salotto davanti alla tv, magari  mega gigante, che nulla ha da invidiare al grande schermo per definizione e colori.

Le emittenti televisive che trasmettono film, oramai non si contano più, senza considerare quelle pay per view: ne mandano a ciclo continuo o i canali on demand  dove puoi addirittura richiedere il film da vedere.

Ma un tempo come si poteva soddisfare tale desiderio? In città, dove vi erano  le sale cinematografiche, il problema non si poneva ma in paese l’unico modo era accontentarsi del cinema in piazza quando arrivava.

La piccola piazza del nostro paese era particolarmente adatta allo scopo, la leggera pendenza permetteva una visione ideale e l’essere circondata completamente dalle case impediva all’audio di  disperdersi,  creando un effetto sonoro ottimale, insomma un piccolo teatro.

Alla proiezione si alternavano, in una sana competizione, due personaggi dotati di mastodontici proiettori portatili di pellicole cinematografiche, dove venivano montate due grosse bobine, una contenente la pellicola e l’altra vuota pronta per avvolgerla.

Un vecchio proiettore

La serata del cinema in piazza era un evento per quasi tutto il paese, si cominciava a respirare aria da “sabato del villaggio” dal momento in cui si apprendeva la notizia, o tramite locandina affissa sempre al solito posto della piazza oppure tramite il banditore di turno il quale, una o due sere prima, girando per le vie del paese e dopo aver dato fiato alla sua mono-nota  –trumbitta– attendeva che le persone uscissero sull’uscio di casa, per meglio ascoltarlo ed esclamava: – Sintiti sintiti… (pausa) crai a sira… (pausa più breve) ngè lu cinumu mienzu a la chiazza – e altro squillo di tromba a concludere.

Se per tanti era un evento per noi ragazzini era festa grande. La gioia era immensa nel vedere inaspettatamente quella locandina o a sentir pronunciare quella frase al banditore, cominciavamo a discutere e cercare di capire se fosse stato un film adatto per poter essere sottoposto al nostro severo giudizio. Non è che avessimo proprio un metro di valutazione da critici cinematografici: più morti c’erano più alto era il nostro voto. Kolossal come Ben Hur, Spartaco, Le fatiche di Ercole e i Western con gli indiani erano il massimo dell’esaltazione.

I preparativi cominciavano qualche ora prima dello spettacolo, issando un lenzuolo bianco a mo’ di vela sulla facciata di una casa e il proiettore montato su un tavolino vicino la porta del bar della piazza, mentre qualcuno che abitava nei pressi già cominciava a sistemare qualche sedia; tutto sotto lo sguardo vigile dei trepidanti ragazzini arrivati con largo anticipo. All’approssimarsi dell’ora le persone giungevano sbucando dai vicoletti, ognuno con la propria sedia che sistemava ordinatamente in fila una accanto all’altra.

Quando l’operatore prendeva la lunga asta con alla punta una pinza azionata da una cordicella e svitava le lampadine dei  due lampioni che illuminavano la piazza, voleva dire che l’impaziente attesa stava per terminare.

Asta utilizzata per svitare le lampadine

Lo spettacolo iniziava! Il vociare sommesso e il flebile schiamazzo dei ragazzini lasciava posto ad una gradevole concentrazione verso quel lenzuolo che nel frattempo aveva cominciato a catturare le figure fuggenti dalla pellicola oramai in movimento.  Quel clima disteso e assorto veniva interrotto solo dai rintocchi dell’orologio del campanile che scandiva le ore o dall’operatore che in maniera molto discreta passava tra le fila di sedie a riscuotere un libero obolo (doveva pur sostentarsi!), oppure dal ragazzino distratto che cercava di catturare qualche ignara lucciola, forse sedotta da quel fascio luminoso.

Il campanile con l’orologio esistente ancora oggi nella piazza di Montano

La pausa tra un tempo e l’altro del film (a volte erano tre) era necessaria per riavvolgere la pellicola nella sua bobina  di origine e per caricarne un’altra, ma anche per concedere agli spettatori di recarsi al bar della piazza e rinfrescarsi con una bibita o un gelato.

Finito lo spettacolo la piazza cominciava a svuotarsi.  Gruppetti di persone, ognuno con la propria sedia sotto il braccio, scomparivano nei vicoletti verso le proprie abitazioni, rievocando e commentando le azioni del film che più avevano impressionato.

Il giorno dopo, per noi ragazzini, era il “giorno” dell’emulazione. Se erano state proposte scene di battaglie all’arma bianca, tutti a costruire spade di legno e a combattere; se il film era incentrato su personaggi tipo Ercole, tutti forzuti e lottatori; se le battaglie erano avvenute con soldati a cavallo, tutti a cavalcare lunghi bastoni e saltellare emettendo dei sonori  ”cloppete cloppete”. Il genere di film che più amavamo era quello con gli indiani, forse perché inconsciamente ci schieravamo con i più deboli o più semplicemente attratti dai loro variopinti copricapi di piume d’aquila. Non dello stesso avviso erano però le galline:  il giorno dopo rimanevano rinchiuse rifiutandosi di razzolare per le vie del paese come di solito, creando a noi non pochi problemi di approvvigionamento affinché potessimo diventare  Toro seduto, Geronimo, Nuvola Rossa o il capo indiano di turno con un degno piumato copricapo.

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5 risposte

  1. lucia ha detto:

    Ricordo molto bene quel periodo, si respirava un’atmosfera magica, quanta nostalgia…

  2. Alfonso Pitta ha detto:

    Come dimenticare quei momenti? Ricordo che i miei ci portavano al mare e quando ritonavamo si scendeva in piazza, e si leggeva il Manifesto,si correva a casa a mangiare, noi più piccoli andavamo a posizionare le sedie con la promessa del gelato. Poi cumpa Pippo o svitava la lampadina o posizionata un cartone che si agganciata ai fili,poi Viterale dava il silenzio e partiva la proiezione. Inizio secondo tempo Cumpa Pippo passava per i soldi. Bei tempi, quanta gente di allora sono ancora presenti nei miei ricordi. Ps.l’autista con cui andavamo a mare era MARIO che tu ricorderai meglio di me, vista la parentela. Il film che ricordo nitido è I dieci gladiatori più forti del mondo, ma anche tutti gli altri.

  3. carmen grosso ha detto:

    Ragazzi ma ricordate tutta la serie di Bud Spencer…mamma mia che bei tempi quanti ricordi e quanta tristezza. si scendeva dal vico Orologio noi con la sediolina in mano…. e poi mangiavamo il gelato mamma mia 25 lire…bei tempi…. si stava insieme ci divertivamo insieme, con poco e a volte con meno di niente..ma era stupendo stare insieme… quando mi mancano quei tempi

  4. Antonietta ha detto:

    Il cinema all’aperto è il ricordo nitido ed emozionante di uno dei diversivi più attesi delle estati degli anni che furono. Le tue parole, come fotografie, hanno riaperto l’album del nostro passato. Complimenti per aver saputo rievocare in maniera così realistica e coinvolgente le belle serate trascorse in un clima di spensieratezza e di complicità nel concedersi qualche momento di relax tra la pura, unica e irripetibile sincerità dei “paesani”, che pur stanchi del lavoro svolto nei campi, non rinunciavano a trascorrere qualche ora all’aperto, forse per sognare inseguendo le stravaganti avventure dei vari personaggi che popolavano la piazza per quella serata o solo semplicemente per alimentare e sentirsi parte di quell’idea di comunità certamente più radicato e forte rispetto ad ora.

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