Carnevale e Quaresima

Carniluvaru
Carnevale definito anche “Martedì grasso”, oggi baldanzosa festa (pandemie permettendo) con sfilate di carri allegorici, fantasiose e variopinte maschere e con i più piccoli calati nel costume del personaggio preferito. Una volta questa festa era attesa sì per il divertimento, ma soprattutto per rimpinzarsi, visto che era l’ultimo giorno in cui ci si poteva abbuffare. L’etimologia della parola Carnevale, secondo alcuni studiosi, nasce dall’unione delle parole latine carnem e levare, ossia “eliminare la carne”, teoria nella quale può trovare riscontro anche il nostro dialetto Carni luvaru.
Quaraisima
Il giorno seguente: “Mercoledì delle Ceneri”, prende il nome dal rito liturgico praticato dalla Chiesa cattolica, che vede il capo dei fedeli cosparso di cenere, a sottolineare la precarietà della vita terrena: “polvere eri e polvere ritornerai”. E’ questo il giorno che mette fine ai bagordi del Carnevale e dà inizio alla Quaresima, i quaranta giorni precedenti la Pasqua nei quali, si osserva il digiuno e non si mangia la carne, quindi l’austera Quaraisima prende il posto del vecchio sfrenato satollo Carniluvaru.
Filastrocca
Una filastrocca di Gabriele D’Annunzio adattata nel nostro dialetto Cilentano, descrive in maniera simpatica la fine per questo ingordo panciuto fratello per lasciare il posto alla sua sobria ossuta sorella.
Carniluvaru viecchiu pacciunu s’è bbinnutu lu pagliunu pane e binu s’è accattatu cu sauzicchi e supirsate Li crispelle cu abbundanza s’è mangiatu a schiattapanza l’è crisciutu nu panzunu c’assumiglia a nu saccunu Vivi, vivi e al’antrasatta tutta russa la facci s’è fatta po li schiatta puri la panza e ancora mangia senza crianza Accussì mori Carniluvaru e li fanu lu funirali ra la pulviri era natu e inta lu pulviri è turnatu |
Carnevale vecchio e pazzo s’è venduto il materasso pane e vino ha comprato con salsicce e soppressate Le crespelle in abbondanza ha mangiato a schiatta panza gli è cresciuto un pancione che assomiglia ad un saccone Beve, beve e tutto a un tratto tutta rossa la faccia ha fatto poi gli scoppia pure la pancia e ancora mangia senza creanza Così muore Carnevale e gli fanno il funerale dalla polvere era nato e nella polvere è tornato |
Anche se una vecchia filastrocca rende proprio la vita attuale! Sono convinta chi scriveva o raccontava questi detti alla fine vengono tutte da verità passate e vicende successe!
Racconti di vita, sperando di non perdere x sempre nel tempo troppo preso dal moderno ….
Buonasera Fortunata, grazie per il commento.
Come dicevo nelle righe sopra, questo è un adattamento, nel dialetto Cilentano, della nota filastrocca di Gabriele D’Annunzio e questa è l’originale:
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato