Cento lupi
Una sera d’estate seduti davanti al bar, come di solito, si raccontavano avventure vissute in prima persona o da chissà quale irreale personaggio. Era questo un modo per ritemprarsi dalle fatiche della giornata e ricaricarsi per quelle da affrontare l’indomani, trascorrendo gradevolmente qualche ora ( la televisione era privilegio per pochi eletti).
Un simpatico personaggio, raccontando agli altri avventori quanto gli era successo qualche giorno prima in montagna, disse: ” uagliù, latu iuornu a la mundagna virietti cientu lupi! “, sapendo che il tipo viaggiava spesso con la fantasia, tutti gli altri quasi in coro risposero: “ua cientu lupi, nu dici pall“.
Ribattendo all’incredulità: “Fors nunn’erano cientu ma na cinquandina si“,
e gli altri : “ma qua cinquanda, nun gi cririmu“ e il tipo ancora: “uagliù nu pazziate ca na vindina ‘ngeranu sicuramende“, ma ancora fu quasi un’unanime disapprovazione, allora a quel punto con aria sommessa affermò: “va buò vui nu mi cririti, ma iu virietti li filici ca si muvianu!!!“